La mixed reality su Quest 3 vale? Provata con Espire 2, Knockout League e Keep Talking & Nobody Explodes

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La grande novità di Meta Quest 3 è sicuramente quella di aver reso la mixed reality alla portata di tutti. Infatti due fotocamere RGB da 4 MP garantiscono un passthrough a colori con una densità di pixel di 18 PPD e dieci volte la risoluzione del passthrough di Quest 2. Un sensore di profondità inoltre consente una percezione accurata della profondità e una mappatura della stanza molto precisa. Tutto questo a soli 550 euro per la versione con 128 GB di memoria, un prezzo decisamente abbordabile per molte persone. Ma nella pratica come funziona questa nuova realtà mista di Quest 3? E soprattutto, vale la pena spendere una cifra comunque importante se vi interessa solo questa caratteristica del visore? In questo video cercherò di rispondere a questo quesito, e non solo.

Prima di poter utilizzare qualsiasi applicazione in realtà mista, occorre effettuare la scansione della stanza, cosa che il software vi invita a fare fin dalla prima accensione. Semplicemente guardando intorno, il visore piazzerà una mesh poligonale sopra le pareti, i mobili e gli oggetti presenti, che diventeranno ostacoli reali per gli elementi virtuali creati dalle varie applicazioni. La scansione poi servirà anche a creare il sistema Guardian, ovvero i confini virtuali del vostro spazio di gioco, che si formeranno in automatico. Sarà sempre possibile modificarli in un secondo momento tracciandoli con il vostro controller, esattamente come avviene per il Quest 2. E’ possibile poi definire anche i contorni esterni di mobili, porte e finestre, per una migliore precisione e per aumentare le possibilità di interazione degli oggetti virtuali. A parte qualche problemino nel tracciamento manuale del sistema Guardian, che spesso non si riesce a creare in certi punti della stanza, il tutto funziona in maniera già molto buona.

Ho provato la realtà mista di Quest 3 in particolare con 3 giochi che sono Keep Talking & Nobody Explodes, Espire 2 e Knockout League. Ringrazio il team di Virtualities Media e gli sviluppatori per avermi fornito le chiavi per poter provare queste esperienze. Tutti e tre sono titoli VR che hanno creato dei piccoli DLC accessori e gratuiti in mixed reality. 

Partendo da Espire 2, questo gioco in VR è uno stealth game fortemente ispirato a Metal Gear Solid, con una campagna e delle missioni da svolgere in cooperativa. Le missioni in realtà mista si dividono in piccoli livelli giocabili in una singola stanza, e missioni più complesse che hanno bisogno di uno spazio più grande, o di più stanze. In totale quindi ci saranno circa un paio d’ore di contenuti, mica pochi, ma come funziona il tutto?  Di primo impatto, vedere nemici, raggi laser, armadi e PC da hackerare, che appaiono con naturalezza nel nostro ambiente reale, è veramente fantastico. Peccato che il posizionamento di alcuni oggetti virtuali risulti spesso poco preciso, con una leva da tirare che per qualche motivo appare dentro al muro reale, o il punto di inizio missione fuori dai confini della stanza. E tutto questo indipendentemente dalla precisione con cui fate la mappatura. Anche il gameplay non risulta molto appagante, con nemici per forza di cose troppo statici e una fluidità minata dalla scarsa reattività delle camere del passthrough. 

Passando a Knockout League, questo gioco in VR si presenta come un classico titolo di boxe molto incentrato sull’arcade e con una grafica cartoon. La modalità in mixed reality semplicemente toglie l’ambiente circostante tenendo solo il nostro avversario. Una cosa sicuramente utile per evitare di distruggere qualche mobile, ma che fa sembrare il tutto più un combattimento contro qualcuno che vuole rubarti in casa, piuttosto che un incontro sul ring.  Strana poi la scelta di poter affrontare ogni avversario nel nostro ambiente reale solo dopo averlo battuto in VR. E’ possibile poi intraprendere le sessioni di allenamento, con un sacco da boxe che apparirà come se fosse realmente appeso al nostro soffitto. Più che i singoli incontri quindi è proprio la modalità allenamento che funziona meglio in mixed reality.

Keep Talking & Nobody Explodes è un gioco veramente divertente, nel quale una o più persone devono aiutare chi gioca in VR a disinnescare una bomba, con l’aiuto di un manuale cartaceo da stampare. Il gioco in questo caso parte già in realtà mista, permettendoci di vedere l’ambiente e i nostri amici attorno a noi. Una volta iniziata la partita però, ci ritroveremo inesorabilmente nel più classico degli stanzini bui, completamente in VR. Permettere di visualizzare l’ambiente reale, e quindi anche il manuale, anche nella fase di disinnesco della bomba, avrebbe rotto sicuramente gli equilibri del gameplay. D’altro canto è un peccato non aver comunque dato la possibilità di scegliere questa opzione, in modo da poter affrontare i livelli anche in solitaria. Io comunque sono riuscito ad aggirare questo ostacolo, attivando il passthrough con il doppio tap sul visore quando dovevo guardare il manuale. In questo caso quindi una modalità mixed reality che in pratica non toglie e non aggiunge nulla al gioco originale.

Per concludere quindi, tutte le esperienze in mixed reality provate sono risultate sicuramente interessanti ma assolutamente accessorie. Di certo non consiglierei mai neanche al peggior nemico di acquistare questi titoli solo per giocare a questa modalità. Parlando più in generale dell’esperienza in realtà mista con il Quest 3, sebbene siano innegabili le potenzialità, è ancora tutto molto acerbo. Il passthrough è sgranato e con molte deformazioni, e le interazioni tra gli oggetti virtuali e l’ambiente reale sono spesso imprecise. L’unica cosa che funziona già veramente bene è il sensore di profondità e come riesce a scansionare e digitalizzare l’ambiente reale. Paradossalmente vorrei vedere più titoli che sfruttano la scansione per creare ambienti VR in cui muoversi liberamente, piuttosto che oggetti 3D sparsi nel mondo reale.  

Non mi sento però di condannare la scelta di Meta di puntare molto sulla mixed reality, perchè potrebbe rivelarsi anche il giusto ponte per portare i neofiti dal mondo reale alla realtà virtuale. Bisogna semplicemente essere consapevoli che siamo ancora agli albori, e quindi felici di essere pionieri di nuove esperienze, senza lamentarsi se la qualità nel visore non è pari ai video su Youtube. La strada ormai è tracciata, e non solo da Meta…

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