Motion sickness: prevenire e curare

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[Se non sapete che cos’è il motion sickness leggete prima le F.A.Q. sulla VR QUI]

La VR è per molti appassionati un sogno che si avvera, ma per molte persone il primo approccio può risultare un vero incubo. Il più grande problema collaterale della VR, e cioè il motion sickness, sebbene varia di intensità da persona a persona, colpisce quasi tutti, soprattutto all’inizio e usufruendo di un certo genere di esperienze. 

Le 3 regole per una sana VR

Chi vuole provare per la prima volta questa tecnologia (ma può valere anche per chi ha già passato delle ore in VR e continua ad avere certi disturbi) deve assolutamente evitare giochi, video e app che hanno queste caratteristiche:

  • una telecamera fissa o che permette solo la rotazione della testa e un veicolo o un personaggio che si muove senza il nostro controllo ad elevate velocità (l’esempio migliore sono i video e le app delle montagne russe);
  • una fluidità inferiore a 60 frame per secondo (ciò vale soprattutto per i video di YouTube e nei giochi PC, se non si soddisfano i requisiti minimi);
  • un movimento fluido del personaggio controllato da noi, soprattutto se rapido, e soprattutto se il movimento della testa permette solo la rotazione della visuale e non i movimenti nello spazio (un esempio sono i videogiochi classici che vengono giocati con il visore grazie ad alcune applicazioni di terze parti che simulano la stereoscopia e poco più).

Solo questo basta?

Se si seguono queste tre semplici regole, diciamo che per l’80% circa il motion sickness è sconfitto. Però anche applicazioni specificatamente create per la VR possono creare del malessere se non si sta attenti e non si approcciano nella maniera corretta. Infatti molti giochi presentano sistemi di locomozione (come il movimento fluido con la levetta analogica di un classico videogioco in prima persona) che soprattutto all’inizio possono creare motion sickness. Anche se questo tipo di movimento è il più utilizzato nei giochi VR, non consiglio di usarlo fin da subito, ma piuttosto di utilizzare il teletrasporto: questo sistema permette di materializzarsi quasi istantaneamente nel punto che indichiamo con il nostro controller, consentendoci quindi di spostarsi da un punto all’altro senza movimenti virtuali ma che nella realtà non facciamo. 

Per migliorare occorre allenarsi

Il malessere creato dal movimento fluido però non deve scoraggiare: infatti più tempo si passa in VR più il cervello si abitua, si “allena” diciamo, e quindi dopo alcune ore anche il movimento fluido potrebbe non disturbare più. Il consiglio che voglio dare è quindi quello di iniziare con giochi “tranquilli” e con sessioni di breve durata, e poi provare a “forzare” sempre di più. Il motion sickness è un disturbo molto personale ma non può e non deve obbligare a rinunciare ad una tecnologia così straordinaria come la VR. Se volete approfondire il discorso motion sickness vi invito a leggere un altro mio articolo che parla dei 5 giochi per approcciarsi alla VR nel modo più indolore possibile QUI.

Se cercate altri giochi invece, guardate in fondo alla pagina della guida definitiva alla realtà virtuale QUI.

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