VR Park: il parco divertimenti dedicato alla realtà virtuale

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A Dubai, si sa, amano fare le cose in grande. Alti grattacieli, enormi centri commerciali, grandi parchi divertimenti. Proprio all’interno del centro commerciale più famoso della città, il Dubai Mall, esiste una sala giochi interamente dedicata alla realtà virtuale: il VR Park. Chiamarla sala giochi in effetti è un po’ riduttivo: con una superficie di circa 7000 metri quadri disposti su due livelli, un ottovolante e diverse attrazioni con movimentazione meccanica, il VR Park è a tutti gli effetti un parco divertimenti al chiuso. Ci sono stato circa un anno fa e questa è stata la mia esperienza.

Al Dubai Mall

Per arrivare al VR Park bisogna accedere al Dubai Mall e farsi una bella camminata, visto che è ubicato un una zona abbastanza periferica del centro commerciale, vicino al cinema per chi conosce un po’ il posto. All’ingresso risalta un enorme plastico che raffigura la città di Dubai che si sta arrotolando su se stessa, ed una volta entrati la scenografia è ancora più suggestiva. Tra luci soffuse al neon, giostre in continuo movimento, strutture e scenografie variopinte, ed un’enorme modello del Burj Khalifa che dal soffitto scende due piani ed arriva fino a terra, sembra di essere entrati nel paradiso dei nerd. Alla cassa faccio il biglietto che mi permette di accedere a tutte le attrazioni in VR (al costo di circa 35 euro al cambio) e mi butto nella mischia.

Montagne russe e VR

Le montagne russe hanno sempre il loro fascino, se poi invece di guardare il panorama ti danno un visore che simula un viaggio folle di un drone tra i grattacieli di una Dubai del futuro, ecco che diventano di diritto la prima cosa da provare. Dubai Drone è la dimostrazione che montagne russe e VR insieme sono spettacolari: peccato per il refresh del visore, che spesso perdeva fotogrammi non garantendo un’esperienza perfettamente fluida e priva di nausea. 

Le attrazioni più scenografiche

Dopo aver rotto il ghiaccio con l’attrazione forse più “severa” del parco, decido di dedicarmi ad attività più rilassanti. Vicino al Dubai Drone provo Ape-X, una copia di Robo Recall in esclusiva per il visore StarVR: indossati l’hmd e due guantoni muniti di grilletto mi ritrovo sulla cima di un grattacielo a respingere droni ed altri oggetti volanti che vogliono farmi fuori. Sempre sullo stesso piano vado a provare un’esperienza dedicata a John Wick, dove con un fucile mi sono ritrovato a respingere orde di nemici sfruttando le coperture. Di seguito provo Payday The VR Heist, semplicemente una demo del gioco che si può scaricare anche a casa, giocata in coop locale con altri presenti nello stand. Bella la scenografia montata attorno “ad arte”, ma il contenuto alla fine è quello. Stessa cosa per l’attrazione dedicata a The Walking Dead, un semplice on-rail shooter contro orde di zombie. Robocom VR sulla carta poteva essere forse l’esperienza più interessante del parco: un simulatore di battaglie spaziali dove si sta seduti su una postazione che si muove meccanicamente, con in mano una cloche per gestirne gli spostamenti. Peccato che anche qui la sincronizzazione tra ciò che si muove nella realtà e quello che avveniva nel visore fosse pessima, rendendo purtroppo l’esperienza quasi ingiocabile.

Le attrazioni che funzionano meglio

Dopo la mezza delusione a causa di attrazioni molto scenografiche da fuori, ma non entusiasmanti una volta provate, decido di dedicarmi a giochi più semplici e relegati in una zona più nascosta del parco, ed è qui che ritrovo in parte l’entusiasmo. Vi ricordate i classici simulatori da Luna Park, quelle cabine che si muovono grazie a pistoni, con all’interno vari posti a sedere ed uno schermo che visualizza una corsa in ottovolante, o una gara di F1? Tutto questo è Dune Bash, solo che al posto dello schermo ognuno ha un visore che rappresenta una folle corsa nel deserto a bordo di un fuoristrada, tra salti improbabili e scorpioni giganti. Nonostante la grafica povera, la sincronizzazione questa volta era molto buona, inoltre l’esperienza è stata piuttosto longeva, quindi l’ho apprezzata veramente molto. Un’altro gioco molto bello si è rivelato essere VR Maze: qui l’unica attrezzatura era un HTC Vive e l’unica scenografia una struttura quadrata in plexiglass di circa 30 metri quadri di superficie. Eppure in VR mi sono trovato in un labirinto nel quale mi dovevo muovere fisicamente, uccidendo scheletri con un arco, saltando crepacci ed evitando trappole: sarebbe un’esperienza perfetta per l’Oculus Quest. Ho provato poi altre esperienze più brevi: un gioco in cui si imbraccia un fucile da cecchino, un altro labirinto simile a VR Maze ed una folle corsa a bordo della sfera di Jurassic World: tutti giochi più semplici ma che funzionano bene. Non manca poi qualcosa legata alla realtà aumentata: un ambiente bianco dove una telecamera ci filma in uno schermo nel quale appaiono animali e dinosauri con cui scattarci qualche foto.

Tutti i visori del parco

La visita al VR Park mi ha permesso di provare molti visori. Le esperienze più scenografiche adottavano quasi tutte il visore StarVR. Ammetto che non stavo più nella pelle nel provarlo: più di 200° di FOV, altissima risoluzione, controlli altamente personalizzabili erano un biglietto da visita più che sufficiente. La delusione una volta provato è stata però grande: peso eccessivo, visuale annebbiata, e soprattutto tracking pessimo. All’inizio pensavo che fosse un problema di ottimizzazione di un’esperienza specifica, ma dopo averle provate quasi tutte il risultato non è cambiato: da qui capisco perché il progetto StarVR purtroppo si è arenato. Un’ottima impressione invece mi ha fatto l’HTC Vive, soprattutto la sua versione Pro (anche se la differenza di risoluzione secondo me non giustifica l’upgrade), anche se il campione di comodità rimane sempre l’Oculus Rift: peccato sia usato solo per esperienze marginali. Le attrazioni che contemplavano movimenti meccanici e giostre avevano tutte un visore dedicato, simile ad un Gear VR come qualità.

Parchi divertimento e VR: a che punto siamo?

Il VR Park mi ha suscitato emozioni contrastanti: da un lato la VR ha un fascino irresistibile, e poter provare esperienze in spazi dedicati così ampi, fuori dall’ambiente domestico, è stato di sicuro stupendo. Dall’altro lato le ottimizzazioni ed i perfezionamenti da fare, soprattutto per le attrazioni più complesse, risultano ancora molti. Forse creare una piattaforma progettata ad hoc per parchi divertimento potrebbe essere una buona soluzione, ma le risorse da mettere in campo sono molte, e il caso StarVR è emblematico in tal senso. Alla fine i visori che funzionano meglio sono l’Oculus Rift e l’HTC Vive, ma questi sono hardware pensati più per il mercato consumer: un parco divertimenti che propone esperienze che possiamo vivere tranquillamente a casa non potrà mai avere vita lunga. In ogni caso il VR Park presenta un buon punto di partenza ed un esempio da cui trarre le giuste considerazioni per proporre qualcosa di nuovo anche nei nostri parchi di divertimento italiani, che negli anni spesso hanno presentato attrazioni all’avanguardia ma che forse si stanno sedendo un po’ troppo sugli allori. 

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